La scontro inizia l’anno scorso quando l’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) ha annunciato la possibilità dell’introduzione delle estensioni .vin e .wine che sarebbero andate in vendita al miglior offerente. Ormai è nota a tutti l’importanza della visibilità in internet per imprese e prodotti che non è semplicemente legata alle vendite online ed è altrettanto nota come la tutela e valorizzazione dei marchi, brevetti e di tutti i beni immateriali è ormai un obiettivo fondamentale per Europa. Molte delle aziende siciliane importano vini in tutto il mondo.
Durante il nostro semestre di presidenza all’Unione Europea, Maurizio Martina (Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali) vorrebbe vedere la conclusione della vicenda ed insieme a lui anche il ministro Guidi ed il sottosegretario Giacomelli vorrebbero averla vinta.
Qualche mese fa l’allarme fu risollevato dall’AICIG (Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche.) e dalla Federdoc (la confederazione dei vini a denominazione d’origine), nelle due lettere separate indirizzate ad Enrico Letta (Presidente del Consiglio), ed ai rispettivi ministri delle Politiche agricole, degli Esteri e dello Sviluppo economico,visto che per loro la posizione dell’Italia non poteva che essere unica e determinata.
Anche altri stati europei come la Francia con Axelle Lemaire (segretario di stato francese per gli affari digitali) ritengono la faccenda importante e sollecitano gli altri stati membri a partecipare attivamente, la stessa EFOW (European Federation of Origin Wines) ha sollecitato tutti affichè non si dia via libera all’apertura di grandi potenziali conflitti di interesse inerenti un settore molto importante in Europa dove si è cercato di valorizzare i prodotti vitivinicoli con la tutela delle indicazioni geografiche (IG).
Nell’ultimo meeting di Londra dell’Icann, tenutosi a fine Giugno, il negoziato è rimasto purtroppo in posizione di stallo.
Il vicepresidente per l’Europa di ICANN, Jean-Jacques Sahel ha precisato in una recente intervista al Corriere delle Comunicazioni la posizione della sua Corporation, rispetto ai domini .wine e .vin. Sahel ha ribadito come sia sempre esistita da parte dell’ ICANN una procedura per le lamentele e le obiezioni a cui far riferimento in caso di proteste e che quindi si sentono in regola con il rispetto delle norme internazionali.
La faccenda non è di poco conto, e si sa che entra a fare parte degli accordi di libero scambio commerciale fra Usa e Ue noti come TTIP (Transatlintic Trade Investment Partnership), accordi che a detta degli esperti e secondo stime potrebbe servire a far accrescere l’economia europea di centinaia di miliardi di euro.
Cercheremo di seguire da vicino la faccenda e di fornirVi aggiornamenti visto che in Sicilia la problematica riguarda tante aziende.